Vuoi
sapere come riconoscermi?
Non
è difficile riconoscere una strega: puzza di calzino, ha calze rotte e scarpe
bucate, misura 42 o 44, mutandoni di lana – se riesci ad alzarmi la gonna vedrai
uno spettacolo penoso -.
Di
solito noi streghe siamo vecchie e brutte, con abiti neri, gonne lunghe sino a terra stropicciate e
consunte, ma sappiamo camuffarci bene. Poi brutte…ognuna è brutta a suo modo,
come ogni donna bella è bella a suo modo.
Ci
puoi trovare facilmente davanti alle scuole, ma anche ai giardini pubblici e in
estate all’ingresso delle piscine, in attesa di bambini da preparare per il
sabba…
In
inverno evitiamo accuratamente gli istituti dove si fa troppa attività fisica: i
bambini diventano stopposi, poco teneri. E stiamo alla larga dalle scuole in ci
sono mense poco curate, che usano cibi di bassa qualità, robe industriali…puah…
Dicevamo:
ci appostiamo all’uscita e teniamo d’occhio i bambini che se ne stanno soli
soletti in attesa della mamma in ritardo, che non riesce a parcheggiare. E per
attaccare bottone - è un classico – ci rivolgiamo da sempre alla nostra vittima
con un “Ehi, bel bambino, come mai tutto solo, vieni qui che ti do questo bel
dolcetto (o caramella, o bastoncino di zucchero, o cioccolato). E’ buonissimo
sai… e stai tranquillo, ora la mamma arriva.”
Funziona quasi sempre. I bambini
sono assai vulnerabili. Perché le mamme di oggi li mettono in guardia dai pedofili, dai
computer, dagli extracomunitari,
dagli estranei in genere, ma non parlano
mai di streghe, appartenenti al mondo delle paure fuori moda. E a questo punto il bambino prende le
caramelle e, mentre gusta l’aroma squisito
di fragola, mela o uva – ovviamente le
prepariamo noi, con nostre mani, utilizzando frutta di stagione e coloranti
vegetali – ecco che in un attimo la
strega di turno lo afferra con le dita artigliate, e lo fa sparire in un
battibaleno sotto il mantello nero. Di solito il bambino non urla, perché ha la bocca piena ed è concentrato sulla
bontà del misto bosco, ma se urla basta tappargli la bocca con la mano. Per
portarlo a casa lo si carica sulla scopa, ma a volte si fa uso dell’auto o dei
mezzi pubblici, a seconda della stagione.
Ritorniamo
all’argomento: come riconoscere una strega.
Nel
caso di abbigliamento tradizionale, non sarebbe difficile individuarci: ma i
bambini sono come già detto impreparati, ingenui, rintronati magari dal tempo
pieno (preferiamo infatti appostarci nel tardo pomeriggio, con l’ulteriore
vantaggio che col buio diamo meno nell’occhio). A volte capita un bambino
cretino che urla “guarda quella che strega”, non già perché abbia individuato
una di noi, ma per far dello spirito
sulla nostra bruttezza. In tal caso basta una gomitata nello stomaco del
pargolo o, non visti, un potente calcio nel sedere. Poi, se qualcuno dei
passanti o genitori sopraggiunti nel frattempo fa osservazioni del tipo “ma
guarda questa come si è conciata! C’è ancora qualche ex sessantottina in giro”,
basta sorridere benevolmente (come dire: hai ragione, ma non mi offendo).
Molto
più difficile è riconoscere le streghe giovani – meno di duecento anni - in
abiti di foggia novecentesca. Il trucco per individuarle è far caso alle scarpe
e ai mutandoni (questi di solito non si vedono, salvo che spuntino fuori da
gonne troppo corte). Sono proprio queste moderne colleghe che, passando
inosservate, riescono a catturare più bambini.
Qui
mi fermo, non voglio svelare troppi segreti –
è evidente, non mi conviene –, ma
vorrei precisare che non sono di solito streghe
le maestre che urlano e le signore che per strada inveiscono contro i
bambini maleducati … Le vere streghe si presentano, contrariamente alle
aspettative, con un aspetto gentile e
accattivante. La frase che le
porta inequivocabilmente allo scoperto è “Bel bambino, vieni qui, guarda cosa ti do…”
Ricordo poi che l’abilità della strega sta nel
camuffarsi, nascondersi e trasformarsi, a seconda delle occasioni: sono la donnina
dall’aria innocua a cui cedi il posto sul bus, sono la bidella, la zia, la
commessa del supermercato. Bel bambino… qualcuno ti ha detto così, vero?
E per le feste non puoi immaginare come divento bella
ed elegante…
Posso essere tutto…
Sono una strega.
Paste di pastafrolla
Ingredienti:
mezzo chilo di farina
2,5 hg di burro
2 hg di zucchero
1 uovo intero e un rosso
Un cucchiaino di lievito
Una busta di vanillina (facoltativa)
Impastare gli ingredienti disposti a fontana sulla tavola
di legno o in una ciotola grande: disporre la
farina (più lievito) per prima,
fare un buco in mezzo; mettere
all’interno lo zucchero, il burro ammorbidito a temperatura ambiente e le uova. Impastare. Se l’impasto non si
amalgama facilmente, aggiungere poco latte.
E’ possibile apportare delle varianti; ad esempio, per
ridurre l’apporto di calorie e grassi, si può diminuire la quantità di burro,
aggiungendo del latte.
Ottenuto un impasto sodo, si procede a creare paste di
forme a scelta: si stende una piccola quantità di pasta sulla tavola di legno o
sul ripiano della cucina, dopo aver infarinato la superficie. Per stendere la
pasta ci si può aiutare con un mattarello;
tagliare i biscotti utilizzando gli stampini. Un metodo più
sbrigativo per ritagliare le paste è
utilizzare la rotella per i ravioli: si ottengono così dei rettangoli dai bordi
frastagliati.
Si possono fare paste a forma di funghetto, mescolando
ad un po’ di impasto della polvere di cioccolato.
Cuocere a 180 gradi per 10 minuti.
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