Dopo
la festa, la vita a casa della strega tornò alla normalità.
Mafalda
cucinava, insegnava magie e tarocchi e raccontava fiabe. I ragazzi giocavano e studiavano. Coltivavano fiori,
erbe magiche e ortaggi. Si occupavano dei numerosi animali: Belzebù, Ice, Maya,
Morgana, Rocco, e poi galline e conigli, e Rina la capretta ultima arrivata. Mafalda
protestava per tutte queste adozioni, ma un giorno si lasciò sfuggire di bocca
che, proprio volendo portare a casa un nuovo animale, le sarebbe piaciuto un
capro, incarnazione del diavolo. E il giorno dopo i delinquenti, detto fatto, si
recarono al villaggio e barattarono le uova delle loro galline con una
capretta, cui ruffianamente attribuirono
il nome di Luciferina, di cui Rina era il diminutivo. Rina era molto mite,
andava d’accordo con gli altri animali, Brucava l’erba togliendo un bel po’ di lavoro, e forniva un latte nutriente
per la colazione. I ragazzi non si spiegavano cosa potesse entrarci col
diavolo.
Alice
imparava a leggere sui libri di favole. “Alice nel paese delle meraviglie” le
piaceva, e pensava di essere come la Alice della fiaba, forse anzi era stata proprio
lei a far rimpicciolire Barbablù e ingrandire Regina.
Un
giorno arrivò il segno.
Alice
giocava nell’orto, faceva le formine con il fango, mentre i grandi irrigavano
l’orto. La trovarono incantata a guardare l’acqua nella pozza di fronte a lei.
-
Cosa c’è, Alice?
Kevin
vide chiaramente un viso di donna che si specchiava nell’acqua. Ma non c’era
nessuno lì intorno. Chi era quella bella signora?
Arrivò
Paolo e la riconobbe.
-
La mamma.
Alice
se ne restò per conto suo fino a sera. Dopo che se ne fu andata a letto - senza
reclamare coccole o fiabe, per la prima volta -, i grandi andarono a parlare con
Mafalda, e le raccontarono quanto accaduto nel pomeriggio.
-
E’ ora – il tono
di voce di Mafalda si fece greve come non mai.
-
Che vuoi dire
Mafalda?
-
E’ giunta l’ora.
Di tornare a casa. Non potete rimanere qui per sempre.
-
Noi vorremmo.
-
So tutto, non
parlate…
-
No, ascoltaci.
Vorremmo stare
qui.
Perché abbiamo fatto tante cose belle e nuove.
E perché tu ci piaci,
anche se mangi i bambini – Mafalda distolse lo sguardo.-
Con noi sei come una nonna amica maestra.
Non vorremmo andare,
ma vorremmo anche vedere…
-
Lo so, i vostri
genitori. State tranquilli. Tornerete da loro. So che vi mancano-
-
Grazie Mafalda.
Ma ci vedremo ancora?
-
Certo! Su Skype o
Facebook, una di quelle robe lì.
-
Ma dai Mafalda,
hai quasi 400 anni, queste cose non fanno per te.
E veramente noi vogliamo tornare qui…
-
State tranquilli...
Penserò a qualcosa, preparerò il vostro ritorno. Sono o non sono una grande
strega?
E
fu un coro:
-
Certo!
La più vecchia, la più esperta, la più astuta, la più
saggia.
Dimenticavamo, grande cuoca!
Dimenticavamo, la più cattiva delle streghe!
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