domenica 25 novembre 2012

E' giunta l'ora




Dopo la festa, la vita a casa della strega tornò alla normalità.
Mafalda cucinava, insegnava magie e tarocchi e raccontava fiabe.  I ragazzi giocavano e studiavano. Coltivavano fiori, erbe magiche e ortaggi. Si occupavano dei numerosi animali: Belzebù, Ice, Maya, Morgana, Rocco, e poi galline e conigli,  e Rina la capretta ultima arrivata. Mafalda protestava per tutte queste adozioni, ma un giorno si lasciò sfuggire di bocca che, proprio volendo portare a casa un nuovo animale, le sarebbe piaciuto un capro, incarnazione del diavolo. E il giorno dopo i delinquenti, detto fatto, si recarono al villaggio e barattarono le uova delle loro galline con una capretta,  cui ruffianamente attribuirono il nome di Luciferina, di cui Rina era il diminutivo. Rina era molto mite, andava d’accordo con gli altri animali, Brucava l’erba togliendo un  bel po’ di lavoro, e forniva un latte nutriente per la colazione. I ragazzi non si spiegavano cosa potesse entrarci col diavolo.
Alice imparava a leggere sui libri di favole. “Alice nel paese delle meraviglie” le piaceva, e pensava di essere come la Alice della fiaba, forse anzi era stata proprio lei a far rimpicciolire Barbablù e ingrandire Regina.

Un giorno arrivò il segno.
Alice giocava nell’orto, faceva le formine con il fango, mentre i grandi irrigavano l’orto. La trovarono incantata a guardare l’acqua nella pozza di fronte a lei.
-         Cosa c’è,  Alice?
Kevin vide chiaramente un viso di donna che si specchiava nell’acqua. Ma non c’era nessuno lì intorno. Chi era quella bella signora?
Arrivò Paolo e la riconobbe.
-         La mamma.
Alice se ne restò per conto suo fino a sera. Dopo che se ne fu andata a letto - senza reclamare coccole o fiabe, per la prima volta -, i grandi andarono a parlare con Mafalda, e le raccontarono quanto accaduto nel pomeriggio.
-         E’ ora – il tono di voce di Mafalda si fece greve come non mai.
-         Che vuoi dire Mafalda?
-         E’ giunta l’ora. Di tornare a casa. Non potete rimanere qui per sempre.
-         Noi vorremmo.
-         So tutto, non parlate…
-         No, ascoltaci.
Vorremmo stare  qui.
Perché abbiamo fatto tante cose belle e nuove.
E perché tu ci piaci,
anche se mangi i bambini – Mafalda distolse lo sguardo.-
Con noi sei come una nonna amica maestra.
Non vorremmo andare,
ma vorremmo anche vedere…
-         Lo so, i vostri genitori. State tranquilli. Tornerete da loro. So che vi mancano-
-         Grazie Mafalda.
Ma ci vedremo ancora?
-         Certo! Su Skype o Facebook, una di quelle robe lì.
-         Ma dai Mafalda, hai quasi 400 anni, queste cose non fanno per te.
E veramente noi vogliamo  tornare qui…
-         State tranquilli... Penserò a qualcosa, preparerò il vostro ritorno. Sono o non sono una grande strega?
E fu un coro:
-         Certo!
La più vecchia, la più esperta, la più astuta, la più saggia.
Dimenticavamo, grande cuoca!
Dimenticavamo, la più cattiva delle streghe!

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