domenica 25 novembre 2012

La festa



Le grandi feste,  denominate “sabba”, prevedono la cucina di piatti speciali. Prelibati. Ricercati. Rari. A base di… carne umana. Questa è la particolarità delle feste della strega, questo è ciò che si aspettano ogni anno tutti gli angeli del male suoi invitati. Ma c’è da dire che una grande cuoca è sempre una grande cuoca, di qualsiasi ingrediente disponga. Addirittura Mafalda è riuscita una volta a preparare una straordinaria cena vegetariana. E visto che la data  della festa era ormai prossima e i bambini non potevano essere utilizzati perchè perché perchè… Insomma, Mafalda decise di ripiegare su piatti tradizionali, pur sempre prelibati.

Tornando a noi, dopo settimane di preparativi, tutto era  pronto: menu da gran ristorante, vini ricercati, tavola apparecchiata con  raffinatezza regale.
Mafalda era  elegantissima, in abito da sera nero, con un filo di perle al collo. Si era persino fatta il bagno per l’occasione.  Si presentò col viso un po’ segnato, cioè più segnato del solito, dopo due settimane di duro lavoro. Si era data un po’ di rossetto e della polvere rosa sulle guance: sembrava così, se possibile, ancor più brutta. I ragazzi si presentarono in frac e Frida e Alice in seta blu. La più elegante era Morgana: Kevin e Frida avevano provato a dipingerle addosso un abito scollato, ma non le donava granché: allora le avevano fatto indossare un fracchettino con le code, e dipingendo anche la camicia bianca: uno spettacolo.
Mafalda, oltre che stanca, era seriamente preoccupata. I ragazzi avevano voluto a  tutti  i  costi partecipare alla festa, ma non era cosa per loro. Gli invitati avrebbero potuto riconoscerli e accanirsi contro di loro, e lei non era preparata a questi salvataggi. In particolare era in pensiero per Frida: sentiva che era in pericolo, e i tarocchi avevano confermato questo  suo presentimento. Si era preparata comunque  rispolverando  formule magiche vetuste.
I bambini, nella loro incoscienza, erano impazienti, carichi di adrenalina…  persino Paolo.
Ma non era incoscienza la loro. Nelle ultime settimane, mentre  Mafalda cucinava, si erano dedicati allo studio dei libri di magia: avevano provato pozioni e trucchi ed erano pronti a ogni evenienza. Avevano le tasche piene di boccette colorate.

Finalmente arrivarono gli ospiti: sette streghe, vecchie e rinsecchite come la padrona di casa, l’orco enorme dalla pelle verdastra, Dracula, re dei vampiri, la regina cattiva di Biancaneve. Mancava solo Barbablù.
Tutti mangiarono e bevvero in abbondanza, lodando le qualità della cuoca, e alla fine della cena si addormentarono.

Non ci fu verso di fare  addormentare l’orco, che bevve poco, in quanto avrebbe dovuto tornare a lavorare nella sua bottega il giorno dopo, di mattina presto. Essendo rimasto l’unico mostro sveglio, Alice insistette per farlo giocare. Essendo così alto e grosso, riusciva a lanciarla in alto – ma così in alto! - e riprenderla. E lei si divertiva un mondo.
-         Più su, più su, voglio toccare la luna…Ecco, ho preso una stella… Ahi, come brucia…
Poi l’orco la portò a cavalluccio sulle spalle, poi dovette mettersi a quattro zampe…
Infine la afferrò saldamente per i polsi, e le fece fare la giostra: la bambina girava tutto in tondo, volando veloce…
Alice non si era mai divertita tanto.
Alla fine l’orco, stanco, con la testa che gli girava, cercò di farla quietare.
-         Stai qui ferma un attimo, bimba, sembri una cavalletta!
-         Non voglio star ferma! Voglio fare la cavalletta!
-         Se stai brava ti racconto una fiaba.
-         Biancaneve.
-         No, non la conosco. Conosco storie di orchi cattivi.
-         Vada per un orco cattivo…
E l’orco iniziò a raccontare…
  

Nessun commento:

Posta un commento