Le
grandi feste, denominate “sabba”,
prevedono la cucina di piatti speciali. Prelibati. Ricercati. Rari. A base di… carne
umana. Questa è la particolarità delle feste della strega, questo è ciò che si
aspettano ogni anno tutti gli angeli del male suoi invitati. Ma c’è da dire che
una grande cuoca è sempre una grande cuoca, di qualsiasi ingrediente disponga.
Addirittura Mafalda è riuscita una volta a preparare una straordinaria cena
vegetariana. E visto che la data della
festa era ormai prossima e i bambini non potevano essere utilizzati perchè perché
perchè… Insomma, Mafalda decise di ripiegare su piatti tradizionali, pur sempre
prelibati.
Tornando
a noi, dopo settimane di preparativi, tutto era
pronto: menu da gran ristorante, vini ricercati, tavola apparecchiata
con raffinatezza regale.
Mafalda
era elegantissima, in abito da sera nero,
con un filo di perle al collo. Si era persino fatta il bagno per l’occasione. Si presentò col viso un po’ segnato, cioè più
segnato del solito, dopo due settimane di duro lavoro. Si era data un po’ di
rossetto e della polvere rosa sulle guance: sembrava così, se possibile, ancor
più brutta. I ragazzi si presentarono in frac e Frida e Alice in seta blu. La
più elegante era Morgana: Kevin e Frida avevano provato a dipingerle addosso un
abito scollato, ma non le donava granché: allora le avevano fatto indossare un
fracchettino con le code, e dipingendo anche la camicia bianca: uno spettacolo.
Mafalda,
oltre che stanca, era seriamente preoccupata. I ragazzi avevano voluto a tutti
i costi partecipare alla festa,
ma non era cosa per loro. Gli invitati avrebbero potuto riconoscerli e
accanirsi contro di loro, e lei non era preparata a questi salvataggi. In
particolare era in pensiero per Frida: sentiva che era in pericolo, e i
tarocchi avevano confermato questo suo
presentimento. Si era preparata comunque rispolverando
formule magiche vetuste.
I
bambini, nella loro incoscienza, erano impazienti, carichi di adrenalina… persino Paolo.
Ma
non era incoscienza la loro. Nelle ultime settimane, mentre Mafalda cucinava, si erano dedicati allo
studio dei libri di magia: avevano provato pozioni e trucchi ed erano pronti a
ogni evenienza. Avevano le tasche piene di boccette colorate.
Finalmente
arrivarono gli ospiti: sette streghe, vecchie e rinsecchite come la padrona di
casa, l’orco enorme dalla pelle verdastra, Dracula, re dei vampiri, la regina
cattiva di Biancaneve. Mancava solo Barbablù.
Tutti
mangiarono e bevvero in abbondanza, lodando le qualità della cuoca, e alla fine
della cena si addormentarono.
Non
ci fu verso di fare addormentare l’orco,
che bevve poco, in quanto avrebbe dovuto tornare a lavorare nella sua bottega
il giorno dopo, di mattina presto. Essendo rimasto l’unico mostro sveglio,
Alice insistette per farlo giocare. Essendo così alto e grosso, riusciva a
lanciarla in alto – ma così in alto! - e riprenderla. E lei si divertiva un
mondo.
-
Più su, più su,
voglio toccare la luna…Ecco, ho preso una stella… Ahi, come brucia…
Poi
l’orco la portò a cavalluccio sulle spalle, poi dovette mettersi a quattro
zampe…
Infine
la afferrò saldamente per i polsi, e le fece fare la giostra: la bambina girava
tutto in tondo, volando veloce…
Alice
non si era mai divertita tanto.
Alla
fine l’orco, stanco, con la testa che gli girava, cercò di farla quietare.
-
Stai qui ferma un
attimo, bimba, sembri una cavalletta!
-
Non voglio star
ferma! Voglio fare la cavalletta!
-
Se stai brava ti
racconto una fiaba.
-
Biancaneve.
-
No, non la
conosco. Conosco storie di orchi cattivi.
-
Vada per un orco
cattivo…
E
l’orco iniziò a raccontare…
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