Frida e Kevin, di ritorno dal
castello, trovarono Barbablù piccolo piccolo, sempre brutto e grinzoso, con la
barba bluastra, ma alto 40 centimetri. Paolo allargò le braccia:
-
Forse ho
esagerato davvero con la dose di purga!
Quando Belzebù si accorse di Barbablù,
cominciò a inseguirlo. Misero al sicuro l’omino nel trasportino che serviva per
portare Ice dal veterinario.
Regina non riusciva più ad alzarsi, occupava ormai mezza stanza.
Mafalda non ne voleva più sapere di lei, ormai le sue lamentele le venivano a
noia, oltretutto non sembrava volersene andare.
Parlava solo di Biancaneve e di cure di bellezza. Dopo diversi tentativi
per farla alzare, Paolo ebbe l’idea geniale di montare una carrucola per
sollevarla e farla salire sul carro un tempo utilizzato per il fieno. Misero lì
sopra pure la gabbietta. Il problema era
però come far trainare quell’enorme
peso. Così tutti insieme spinsero il carro fino al cancello, e poi lo fecero
scivolare giù. La stradina era in
discesa, e il carretto si avviò giù per la collina, all’inizio lentamente,
guadagnando poi sempre più velocità…
-
La vedete ancora,
Regina?
-
Eccola là, vicino
al vigneto.
-
Quanti buchi,
come sobbalza.
-
Ma è uscita di
strada…
-
Ohi ohi, là in
fondo c’è il ruscello!
-
No no, sbagli, è
uno stagno. Acqua ferma e puzzolente…
-
Sìssì…topi? Rane
in quantità…
-
E qualche biscia
non guasta…
-
Eccola. Sbalzata
fuori dal carro…
-
Seduta in due
dita di acqua sporca.
-
Coperta di fango,
-
Con una rana
sulla testa.
-
Magari è il rospo
che si trasforma in principe?
-
Rana o rospo è
sempre sulla sua testa, e non si trasforma affatto. Non sembra voler scendere…
-
Guarda che belle
ciocche di capelli neri infangati che le sceivolavano sugli occhi…
-
E Barbablù?
-
La gabbietta si è
aperta nell’urto. E lui, eccolo lì abbracciato a una biscia verde cangiante.
-
Che lo stringe
forte forte.
-
Che
bell’abbinamento!
-
Blu e verde!
-
Altro che pallide
fanciulle…
E ridevano ridevano ridevano
E, non vista, rideva anche
Mafalda, alla finestra.
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