domenica 25 novembre 2012

La vendetta




Si alzò presto la strega, il mattino dopo. Senza neppur preparare la colazione ai bambini, si mise subito al lavoro, con rinnovata energia: tirò fuori due degli enormi pentoloni, preparò carote e cipolle, cercò i barattoli di aromi, frugò a lungo nella dispensa e tornò una bottiglia di olio verdastro e una di aceto nero. Sistemò per bene il tutto  sul ripiano della cucina. La  rabbia aveva lasciato il posto alla solita efficienza. Era tornata la Mafalda di sempre.
Con una rapida occhiata controllò che ci fosse tutto, fingendosi ignara della presenza di sei occhi che la osservavano preoccupati da dietro lo  stipite della porta. Alice, fra Paolo e Kevin, si succhiava il pollice.
Andò a cambiarsi. Si preparò con cura insolita, e questo non faceva presagire nulla di  buono. Mise un nuovo abito, del tutto uguale al precedente, nero e lacero e informe, ma meno puzzolente. Si raccolse i capelli arruffati in un crocchio che avrebbe nascosto sotto il cappello a larghe falde, e poi preparò le borse di vimini e di tela, e il carrello della spesa. Si trattava di uno di quei borsoni dotati di rotelle e di maniglia di metallo che alcune massaie utilizzano per non sollevare pesi al supermercato. Chiuse le porte  con nuovi lucchetti.  Si avviò quindi  per la stradina, diretta nella direzione opposta alla città. Camminava lenta, curva, trascinandosi dietro il carrello.
I bambini la seguirono con gli occhi nel suo percorso, osservando così preoccupati da non proferir verbo. E Mafalda sentiva quegli sguardi su di lei. Per tutta la mattina i ragazzi non curiosarono in giro, non fecero le solite chiacchiere stupide, non prepararono scherzi idioti, e consolarono Alice. Che  per la prima volta disse: voglio la mamma.

Mafalda ritornò in tarda mattinata, con un le borse strapiene. Tante verdure colorate. Trovò  Kevin, Paolo e Alice seduti al tavolo della cucina, pallidi e spauriti. Se ne stavano a capo basso, chini sui loro libri. Non si stupì di trovarli lì, fuori dalle loro prigioni,  e loro non si curarono, per la prima volta, di venire scoperti. L’inganno era svelato.
Mafalda si avvicinò ai cassetti, aprì, rovistò un po’ e si girò verso i bambini; quello che teneva in mano  era proprio un coltellaccio. Leggeva il terrore nei loro occhi…
-         Ti prego, Alice no! E’ così piccola…- implorò Paolo, tremante.
-         Voi due, voglio voi. -  Mafalda si rivolgeva ai due grandi.
I ragazzi erano paralizzati dalla paura. Mafalda alzò il coltello, dirigendosi verso Kevin, che individuava come primo responsabile di lazzi e derisioni.  Quest’ultimo aveva perso l’abituale baldanza e se ne stava lì immobile come una statua. -
-         Vi siete presi gioco di me? Vi siete divertiti, vero?
Mafalda sentiva il rumore dei denti che battevano tra loro.
-         Avete verniciato la povera Morgana come un pagliaccio, vero?
Come godeva Mafalda, di fronte a quelle fronti imperlate di sudore!
-         Vi siete appropriati dei miei unguenti? Efficaci, vero?  Vi siete divertiti con i miei libri? Avete rubato le mie formule, il mio sapere! Bene, bene…
Kevin e Paolo tremavano, e non riuscivano a distogliere lo sguardo dalla lama luccicante.
-         Ma ora basta con le parole. E’ giunto il vostro momento.
Ecco, a te – disse Mafalda, porgendo il coltello a Kevin. -  Qui ci sono le verdure da tagliare, mangiapane a tradimento che non sei altro. Ed ecco un coltello anche per te, Paolo. E’ ora che vi mettiate a fare qualcosa
Alice, tu laverai gli ortaggi, con la lama potresti farti male, ha ragione tuo fratello.
-         Ma tu sapevi, dall’inizio!
-         Pensavate mica di riuscire a ingannarmi? Ho finto di non capire per vedere fino a che punto sareste arrivati.

Si misero al lavoro e prepararono insieme l’antipasto di verdure, secondo l’antica ricetta di Mafalda. Si unì a loro Frida, che li raggiunse come al solito all’uscita da scuola.  
-         Quale miglior vendetta nei confronti di questi fannulloni! Il lavoro! Punizione esemplare! E sommamente educativa!
I ragazzi lavorarono sodo. Raccolsero pomodori, fagiolini e peperoni nell’orto (da aggiungere agli ortaggi acquistati da Mafalda), tagliarono chili di verdure, setacciarono e  mescolarono salse fumanti.
Mentre cucinavano, la strega raccontò del villaggio in cui si recava per la spesa. Descriveva il mercato, il negozio di erbe magiche, il vivaio… e intanto mescolava la salsa di pomodoro. Non vedeva l’ora di tornare la domenica dopo per la fiera. Ci sarebbero state tante attrazioni: giocolieri, saltimbanchi, mangiafuoco… I bambini non erano mai stati ad una fiera e non volevano assolutamente perdersela; mentre pelavano cipolline e affettavano carote rimuginavano  su come poter fuggire e raggiungere il villaggio.  Infine stanchi, sudati, con le mani arrossate e gli abiti che puzzavano di aceto… si sedettero a tavola con Mafalda per assaggiare l’antipasto: inutile dirlo, squisito! Con le verdure a tocchetti ancora ben sode e la predominanza del gusto delle cipolline e dei peperoni…  Grande Mafalda!

Ammansita dalla laboriosità umile dei ragazzi, nonché dai complimenti ricevuti per le sue qualità di cuoca, la strega fece un grande gesto di rappacificazione:
-         Non fatevi neppure passare per la mente di fuggire per andare alla fiera. 
Paolo e Kevin si scambiarono uno sguardo complice: come aveva potuto Mafalda intuire il loro progetto?
-         Non ci andrete da soli, ci sono troppi pericoli. Cos’avete capito? Non per voi… Se vi scoprono, ne andrò di mezzo anch’io. Vi ci porterò io, così vi terrò d’occhio. – In realtà pregustava il piacere di guidare i bambini, i suoi bambini, in un mondo di fiaba, di assistere al loro stupore e alle loro risa.








Antipasto di verdure

Ingredienti:
3 kg di pomodori
Mezzo kg di ognuna delle seguenti verdure:
carote, sedano, cornette, cipolline, peperoni.
2 bicchieri di olio
2 bicchieri di aceto
5 grammi di polvere per conserva

Far bollire i pomodori per un’ora e passarli al setaccio. Mettere il passato sul fuoco con olio e aceto. Quando bolle aggiungere le carote a pezzetti, far bollire 15 minuti e poi aggiungere le altre verdure a pezzetti. Cuocere il tutto un’ora.
Lasciar raffreddare e aggiungere la polvere. Mettere nei vasetti e coprire con dischetti di carta oleata.
Per evitare l’uso di conservanti,  è possibile sterilizzare i vasetti a bagnomaria.

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