Si
alzò presto la strega, il mattino dopo. Senza neppur preparare la colazione ai
bambini, si mise subito al lavoro, con rinnovata energia: tirò fuori due degli
enormi pentoloni, preparò carote e cipolle, cercò i barattoli di aromi, frugò a
lungo nella dispensa e tornò una bottiglia di olio verdastro e una di aceto nero.
Sistemò per bene il tutto sul ripiano
della cucina. La rabbia aveva lasciato
il posto alla solita efficienza. Era tornata la Mafalda di sempre.
Con
una rapida occhiata controllò che ci fosse tutto, fingendosi ignara della
presenza di sei occhi che la osservavano preoccupati da dietro lo stipite della porta. Alice, fra Paolo e
Kevin, si succhiava il pollice.
Andò
a cambiarsi. Si preparò con cura insolita, e questo non faceva presagire nulla
di buono. Mise un nuovo abito, del tutto
uguale al precedente, nero e lacero e informe, ma meno puzzolente. Si raccolse
i capelli arruffati in un crocchio che avrebbe nascosto sotto il cappello a
larghe falde, e poi preparò le borse di vimini e di tela, e il carrello della
spesa. Si trattava di uno di quei borsoni dotati di rotelle e di maniglia di
metallo che alcune massaie utilizzano per non sollevare pesi al supermercato.
Chiuse le porte con nuovi lucchetti. Si avviò quindi per la stradina, diretta nella direzione
opposta alla città. Camminava lenta, curva, trascinandosi dietro il carrello.
I
bambini la seguirono con gli occhi nel suo percorso, osservando così
preoccupati da non proferir verbo. E Mafalda sentiva quegli sguardi su di lei.
Per tutta la mattina i ragazzi non curiosarono in giro, non fecero le solite
chiacchiere stupide, non prepararono scherzi idioti, e consolarono Alice. Che per la prima volta disse: voglio la mamma.
Mafalda
ritornò in tarda mattinata, con un le borse strapiene. Tante verdure colorate. Trovò Kevin, Paolo e Alice seduti al tavolo della
cucina, pallidi e spauriti. Se ne stavano a capo basso, chini sui loro libri. Non
si stupì di trovarli lì, fuori dalle loro prigioni, e loro non si curarono, per la prima volta,
di venire scoperti. L’inganno era svelato.
Mafalda
si avvicinò ai cassetti, aprì, rovistò un po’ e si girò verso i bambini; quello
che teneva in mano era proprio un
coltellaccio. Leggeva il terrore nei loro occhi…
-
Ti prego, Alice
no! E’ così piccola…- implorò Paolo, tremante.
-
Voi due, voglio
voi. - Mafalda si rivolgeva ai due
grandi.
I
ragazzi erano paralizzati dalla paura. Mafalda alzò il coltello, dirigendosi
verso Kevin, che individuava come primo responsabile di lazzi e derisioni. Quest’ultimo aveva perso l’abituale baldanza
e se ne stava lì immobile come una statua. -
-
Vi siete presi
gioco di me? Vi siete divertiti, vero?
Mafalda
sentiva il rumore dei denti che battevano tra loro.
-
Avete verniciato
la povera Morgana come un pagliaccio, vero?
Come
godeva Mafalda, di fronte a quelle fronti imperlate di sudore!
-
Vi siete appropriati
dei miei unguenti? Efficaci, vero? Vi
siete divertiti con i miei libri? Avete rubato le mie formule, il mio sapere! Bene,
bene…
Kevin
e Paolo tremavano, e non riuscivano a distogliere lo sguardo dalla lama luccicante.
-
Ma ora basta con
le parole. E’ giunto il vostro momento.
Ecco, a te – disse Mafalda, porgendo il coltello a
Kevin. - Qui ci sono le verdure da
tagliare, mangiapane a tradimento che non sei altro. Ed ecco un coltello anche
per te, Paolo. E’ ora che vi mettiate a fare qualcosa
Alice, tu laverai gli ortaggi, con la lama potresti
farti male, ha ragione tuo fratello.
-
Ma tu sapevi,
dall’inizio!
-
Pensavate mica di
riuscire a ingannarmi? Ho finto di non capire per vedere fino a che punto
sareste arrivati.
Si
misero al lavoro e prepararono insieme l’antipasto di verdure, secondo l’antica
ricetta di Mafalda. Si unì a loro Frida, che li raggiunse come al solito
all’uscita da scuola.
-
Quale miglior
vendetta nei confronti di questi fannulloni! Il lavoro! Punizione esemplare! E sommamente
educativa!
I
ragazzi lavorarono sodo. Raccolsero pomodori, fagiolini e peperoni nell’orto
(da aggiungere agli ortaggi acquistati da Mafalda), tagliarono chili di
verdure, setacciarono e mescolarono
salse fumanti.
Mentre
cucinavano, la strega raccontò del villaggio in cui si recava per la spesa.
Descriveva il mercato, il negozio di erbe magiche, il vivaio… e intanto
mescolava la salsa di pomodoro. Non vedeva l’ora di tornare la domenica dopo
per la fiera. Ci sarebbero state tante attrazioni: giocolieri, saltimbanchi,
mangiafuoco… I bambini non erano mai stati ad una fiera e non volevano
assolutamente perdersela; mentre pelavano cipolline e affettavano carote rimuginavano su come poter fuggire e raggiungere il
villaggio. Infine stanchi, sudati, con
le mani arrossate e gli abiti che puzzavano di aceto… si sedettero a tavola con
Mafalda per assaggiare l’antipasto: inutile dirlo, squisito! Con le verdure a
tocchetti ancora ben sode e la predominanza del gusto delle cipolline e dei
peperoni… Grande Mafalda!
Ammansita
dalla laboriosità umile dei ragazzi, nonché dai complimenti ricevuti per le sue
qualità di cuoca, la strega fece un grande gesto di rappacificazione:
-
Non fatevi
neppure passare per la mente di fuggire per andare alla fiera.
Paolo
e Kevin si scambiarono uno sguardo complice: come aveva potuto Mafalda intuire
il loro progetto?
-
Non ci andrete da
soli, ci sono troppi pericoli. Cos’avete capito? Non per voi… Se vi scoprono,
ne andrò di mezzo anch’io. Vi ci porterò io, così vi terrò d’occhio. – In
realtà pregustava il piacere di guidare i bambini, i suoi bambini, in un mondo
di fiaba, di assistere al loro stupore e alle loro risa.
Antipasto di
verdure
Ingredienti:
3 kg di pomodori
Mezzo kg di ognuna delle seguenti
verdure:
carote, sedano, cornette, cipolline,
peperoni.
2 bicchieri di olio
2 bicchieri di aceto
5 grammi di polvere per conserva
Far bollire i pomodori per un’ora e
passarli al setaccio. Mettere il passato sul fuoco con olio e aceto. Quando
bolle aggiungere le carote a pezzetti, far bollire 15 minuti e poi aggiungere
le altre verdure a pezzetti. Cuocere il tutto un’ora.
Lasciar raffreddare e aggiungere la
polvere. Mettere nei vasetti e coprire con dischetti di carta oleata.
Per evitare l’uso di conservanti, è possibile sterilizzare i vasetti a
bagnomaria.
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