domenica 25 novembre 2012

La cattura




La storia che vado a raccontarvi inizia con la cattura   dei bambini per la preparazione del sabba, grande festa che ogni anno organizzo e curo personalmente nei minimi particolari. Servono carni tenere  per palati esigenti. Oltre che streghe, sono invitati tutti gli angeli del male, gli esseri più cattivi, diavoli orchi maghi vampiri lupi mannari…

Preparo la cattura per tempo, cambiando ogni anno località per non dare nell’occhio. Mi studio ogni volta la mappa della città per individuare le scuole e gli asili più adatti all’impresa.
Nella primavera del 2012, seguendo il mio metodo tradizionale, mi sono appostata all’ingresso di una scuola davanti alla quale i genitori fanno fatica a parcheggiare, e i bambini volano giù velocemente dalle auto in seconda fila che sostano un attimo e ripartono veloci. I piccoli sfuggono così qualche minuto alla vigilanza dei grandi. Ho individuato le mie vittime. La scelta è caduta sui ritardatari: i due bambini che arrivavano costantemente per ultimi, e andavano pure a casa la sera per ultimi, a causa della distrazione e dei troppi impegni della mamma. Il  fatto di varcare il portone soli e inosservati, quando i compagni erano già tutti sistemati,   li aveva fatti candidare sin da subito alla cattura: l’assenza di occhi indiscreti  rendeva tutto più facile.
I due entravano dallo stesso ingresso, che serviva l’asilo e le scuole elementari e medie. La piccola Alice, dall’aria dolce e ingenua, mi sembrava tenera al punto giusto.  Paolo era un po’  grassoccio ma poteva andar bene dal punto di vista culinario, dopo qualche settimana di digiuno; aveva l’aria un po’ tonta, e non sarebbe stato un problema raggirarlo.
-         Corri Alice, su. Non girarti, che ti importa di quella vecchia! E non piagnucolare. Dai che il bidello chiude il portone! E tu Paolo, aspettala…

Ma c’era ancora qualcuno dietro di loro. Kevin. Arrivava a piedi, e non correva. Era anche lui sempre in ritardo, incurante delle conseguenze. Il “sempre” valeva per le volte che si faceva vedere a scuola. Quando non aveva voglia, se ne stava a casa, e spesso a casa ce lo mandavano gli insegnanti per qualche scherzo o frase insolente. Una sospensione dietro l’altra, oltre che un’insufficienza dietro l’altra: avrebbe perso l’anno.
-         Ehi tu, cosa spingi. Solito prepotente…- il ragazzo, per farsi spazio mentre il portone stava chiudendo, buttò da parte Paolo con una spallata.
Lo notai subito, anche se non era certo la vittima ideale: troppo sveglio. Kevin aveva uno sguardo arguto e sfrontato, di più, aveva proprio l’aria di un piccolo delinquente. Mi avrebbe reso senza dubbio la vita difficile. Mi guardava dritto degli occhi e sosteneva il mio sguardo. Poteva avermi riconosciuta? Scattò il gusto della sfida. Sarebbe stato mio, o non ero più la strega esperta e capace di una volta…

Passai settimane ad osservare inosservata, seduta in un angolo riparato vicino all’edicola col mio cane nero, tenendo le giuste distanze dal giornalaio chiacchierone, tendendo la mano a passanti frettolosi, in attesa di un’improbabile elemosina.
Ogni giorno osservavo il viavai di bambini e mamme. Queste ultime - eleganti, truccate e biondo-cotonate - mi guardavano con disprezzo, non sapendo che ricambiavo tale sentimento. Incapaci totali, che non sanno curare la condotta di vita e soprattutto l’alimentazione dei loro piccoli disgustosi, che risultano così legnosi o troppo grassi, poco genuini, troppo trattati. Quasi immangiabili. Per non parlare dell’educazione, li tirano su come dei perfetti cretini. Ignoranti teledipendenti maleducati.
Chi dice che le streghe si accaniscono tanto con le mamme per invidia? Più belle, più desiderabili, più giovani di noi… E beh? Non ce ne importa niente. Noi non vogliamo essere belle! Siamo streghe! Invidia e desiderio di maternità insoddisfatto? Noi? Se trovo quel cretino che si è inventato queste panzane… ci faccio lo stufato. 

Dopo aver studiato attentamente orari e abitudini, appostata vicino alla scuola,  decisi di passare all’azione.
Alice usciva dall’asilo nel primo pomeriggio, in un orario affollato da ragazzini che ridevano sguaiatamente di me  e da genitori che mi lanciavano monetine. Non sarebbe stata impresa facile catturare Alice in quel viavai. Dopo alcuni pomeriggi passati a stazionare nei pressi del portone, finalmente giunse il momento propizio: Alice si affacciò al portone dando la mano alla maestra, che avrebbe atteso pazientemente come al solito l’arrivo della mamma dal parcheggio difficile; quando la nuvola dei bambini in uscita si era quasi del tutto dileguata, ecco che una signora dall’aria agguerrita chiamò la maestra, per sapere se era proprio vero quel che diceva il figlio, che qualcuno gli aveva dato uno schiaffo, e non era affatto un buffetto ma un bello schiaffo,  e gli era rimasto perfino il segno,  e la maestra dov’era quando era successo il fatto? In quella scuola succedeva di tutto…
Occasione imperdibile per la strega! La maestra tutta rossa cominciò ad argomentare animatamente - un litigio fra bambini, si sa, è sempre un caso difficile -.  Gesticolando per farsi le sue ragioni, e spiegare che in quel momento stava togliendo un finto ragno dal registro… lasciò la mano di Alice, che in un battibaleno finì nel cesto di vimini della strega, nascosta da  piante di sedano, lattughino e rapanelli.
-         Però! Buona questa merendina! Non è quella della scuola, vero? Tartufini al cioccolato! Sanno di ricotta. Ne posso avere ancora uno? Ma cosa sono queste foglioline che mi fanno il solletico sul collo?
La seconda vittima fu Paolo, trasportato sotto il mantello nel tardo pomeriggio. La città era semideserta, tutti davanti alla televisione per una partita importante.  Nessuno a  sentire le flebili proteste, attutite da bocconi abbondanti di crostata di mele. E Paolo era tanto estasiato a causa del cibo prelibato che non fece caso alla mano secca e nodosa che lo trascinava via.
-         Mamma che fretta c’è? Dove andiamo, dove hai parcheggiato?

Era rimasto per ultimo Kevin. Con lui fu inaspettatamente facile.  Mentre stavo prendendo la via di casa con le mie due prime vittime, mi si avvicinò, rivolgendomi uno sguardo fiero come non avevo mai  visto in nessun bambino, senza parlare. Non posso dire di averlo catturato, stavo anzi pensando di lasciar perdere, non mi fidavo affatto di lui. Kevin mi lasciò allontanare di qualche metro e prese  a seguirmi passo a passo, tenendo il mio ritmo lento. Ogni tanto mi giravo ed era sempre lì dietro di me. Uscimmo dalla città, e percorremmo stradine sterrate. Alice si era appisolata, e Paolo procedeva senza discutere, intontito da alcune essenze che gli avevo fatto annusare. Due ore dopo arrivammo così alla casa di campagna.



Tartufi di ricotta

Ingredienti:
ricotta, zucchero,  gallette, cioccolato in polvere.

Mescolare ricotta morbida e zucchero. Aggiungere biscotti (tipo gallette)a pezzettini.
Formare delle palline di un paio di centimetri di diametro aiutandosi con un cucchiaino, e “impanarle” nel cioccolato in polvere, possibilmente fondente.
Servire  subito subito, altrimenti i biscotti contenuti nei tartufi si ammorbidiscono.


Crostata di mele

Non è propriamente una crostata, ma una torta con ripieno di frutta. Ma è comunque molto buona.
Ingredienti:
3 hg di farina
Mezza busta di lievito per dolci
1,5 hg di zucchero 
1,5 hg di burro ammorbidito a temperatura ambiente
3 tuorli d’uovo
Scorza di limone grattugiata
Per  il ripieno :
4 mele, succo di almeno mezzo limone, 2 cucchiai di marmellata di pesche o albicocche, 2 cucchiai di zucchero

Disporre gli ingredienti per l’impasto a fontana, e mescolare. Aggiungere poco latte se non si riesce ad amalgamare il tutto..
Affettare le mele e irrorare di succo di limone, zuccherate.
Dividere in due parti l’impasto, ricavando due dischi. Disporre il primo nella teglia,  allargare uno strato sottile di marmellata, poi disporre  le mele, e ricoprire col secondo disco di pasta. Chiudere i due dischi ripiegando i bordi. Bucherellare la superficie della torta. Infornare a 180 gradi per  40 minuti. E’ preferibile utilizzare una teglia da poter presentare in tavola.  

Nessun commento:

Posta un commento