domenica 25 novembre 2012

Sono la strega




Sono io.
Sono la strega.
La strega cattiva.
Avvicina il tuo naso alla carta:
riconosci il mio odore?
No?
Io riconosco il tuo – nutella e bagno rimandato da due giorni -.
Non mi hai mai visto, bambino? Non mi dire,
non hai mai incontrato una strega?
Non esserne così certo.
Non essere certo di nulla nella vita.
Io ho visto te.
Ti ho visto attraversare le strisce pedonali davanti alla scuola, stamattina,
passo molto tempo davanti alle scuole.
Eri tu.
Volevi aspettarmi,
aiutare una povera vecchietta,
vanno ancora di moda queste fregnacce, chi le racconta più… 
poi mi hai guardato,
mi ha vista così brutta e lacera
che il fastidio ha prevalso,
ti sei girato
e via…
Ero io,
la strega.
Ora qualcosa ricordi?
Mi hai visto sull’autobus, carica di borse.
Ti stavo proprio a fianco.
Mi hai lasciato il posto,
ma non per gentilezza.
Il mio puzzo ti disgustava,
il mio puzzo di strega.
Volevi solo una scusa per allontanarti da me.
Sciocco,  di me non ti liberi facilmente.
Sono di nuovo qui.
La strega.
Paura?
Senti il mio riso?
Senti la mia voce gracchiante?
Rido di te
che non sai riconoscermi,
non sai prevedere.
No, no, non scrollare le spalle;
stai pensando:
le streghe non esistono,
ma se ben esistessero, le riconoscerei, sì…
Io sono vecchia e brutta, naso adunco, spalle curve,
abiti neri lisi e sporchi, lunghi fino a terra.
Mi vuoi sempre così?
Così mi riconosci?
Troppo facile.
Pensa alla compagna di scuola, bella ragazza dagli occhi di ghiaccio…
e all’arcigna insegnante di matematica …
Hai dubitato?
Streghe.
Sì streghe.
Forse…
Dove c’è cattiveria
è facile, molto facile
che ci sia una strega,
che ci sia io.
Una donna bella, gentile… può essere… me?
No, una strega non è bella e gentile,
ma si camuffa con grande abilità.
Che strega sarebbe, se no?
Pensa a quante volte hai dubitato
della bontà, della sensibilità…
Ora hai la risposta.
Streghe.






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